Dichiarazione di successione: istruzioni su come procedere per le successioni ereditarie

istruzioni per dichiarazione di successione

Dichiarazione di successione: come procedere

La morte di una persona cara è un momento delicato per tutta la famiglia. 

Oltre all’organizzazione dei funerali, emergono altri doveri di cui tener conto, come la dichiarazione di successione per l’eredità del defunto.

In questo articolo faremo chiarezza su alcuni punti fondamentali che riguardano l’adempimento all’obbligo di successione, l’accettazione e l’eventuale rinuncia all’eredità

Italia Civile è vicina alle famiglie in ogni momento, con l’obiettivo di rendergli la vita più semplice. Per questo abbiamo creato un servizio di dichiarazione di successione dedicato che aiuterà i nostri clienti durante questo percorso. Se vuoi sapere subito come funziona, contattaci ora: un esperto sarà al tuo fianco per supportarti in questo momento delicato.

Che cos’è la dichiarazione di successione

Per ‘successione’ si intende il momento in cui i beni del defunto, e anche i suoi debiti, passano ai suoi eredi.

Con la dichiarazione di successione, viene formalmente comunicato allo Stato il subentro degli eredi nel patrimonio del defunto. E, con esso, le relative imposte, calcolate in base alla normativa vigente. 

Questo documento ufficiale include tutte le persone chiamate all’eredità, cioè coloro citati nel testamento.

Può accadere, però, che qualcuno possa rinunciare alla successione. In tal caso, i suoi obblighi saranno diversi, facendo presente la formale richiesta di rinuncia. 

Ma procediamo per gradi.

Successione legittima e successione testamentaria: che differenza c’è?

Possiamo distinguere due tipologie di successione: legittima e testamentaria.

La successione legittima avviene quando il defunto non ha lasciato alcun testamento a indicare la spartizione della sua eredità. In questo caso, gli eredi vengono individuati tra i parenti più prossimi.

Mentre la successione testamentaria, come indica il termine stesso, è regolata dal testamento che chiarirà le condizioni dell’eredità disposte direttamente dal defunto.

Esiste poi un terzo tipo di successione, quella necessaria. Quest’ultima si applica nel caso in cui vengano scavalcati (per una ragione qualsiasi) i diritti sull’eredità ai coniugi, a cui per legge spetta comunque una quota sui beni lasciati dal defunto.

Le 3 diverse tipologie di testamento

Molte famiglie si interrogano sulla validità del testamento lasciato dal proprio caro. 

Che si tratti di qualche parola scritta su un foglio di carta usurato, oppure di un documento segreto, è bene conoscere le principali differenze.

Infatti possiamo distinguere tre tipi di forme testamentarie:

  • testamento olografo, ossia il documento scritto e conservato dal testamentario stesso. È valido fintanto che presenta la sua firma, altrimenti potrebbe essere annullato;
  • testamento pubblico, redatto insieme ad un notaio e ai testimoni. Si tratta di un vero e proprio atto pubblico;
  • testamento segreto, redatto dal testatore e consegnato in una busta sigillata al notaio che lo conserverà fino al momento della sua morte.

Ci teniamo a sottolineare che il testamento è diverso dalla dichiarazione di successione. Quest’ultima infatti delinea formalmente il subentro degli eredi nel merito dell’eredità del defunto.

Chi deve presentare la dichiarazione di successione?

Nello specifico, sono obbligati a partecipare alle pratiche di successione:

  • i cosiddetti chiamati all’eredità;
  • i legatari;
  • i rappresentanti legali;
  • gli amministratori e i curatori dell’eredità, se presenti e precedentemente nominati dal testatore;
  • gli esecutori testamentari.

 

Potrebbero sembrare la stessa cosa, ma c’è una differenza sostanziale tra i chiamati all’eredità e i legatari

I primi, infatti, ereditano sia i suoi rapporti attivi che quelli passivi. Dunque, investimenti oppure eventuali debiti. 

I legatari accedono unicamente al bene che il testamentario ha deciso di lasciargli dopo la sua morte, come un immobile, un’auto, un quadro e così via.

Infine, specifichiamo che non serve la firma di ciascun erede per la dichiarazione di successione. Sarà sufficiente un solo dichiarante che si assume la responsabilità dei dati forniti.

Quando non c’è l’obbligo di presentare la dichiarazione

Non in tutti i casi c’è l’obbligo di presentare le pratiche di successione.

La dichiarazione, infatti, non è obbligatoria se vengono soddisfatte alcune condizioni:

  • l’eredità è devoluta direttamente al coniuge e ai parenti più prossimi del defunto;
  • ha un valore inferiore ai 100.000 euro;
  • non include immobili o diritti reali immobiliari.

Può capitare che alcune di queste condizioni vengano “rimandate” temporaneamente, perché alcuni beni del defunto entrano a far parte giuridicamente dell’eredità solo in seguito.

Dove e quando presentarla

Ora che abbiamo chiarito chi sono le figure chiamate in causa per procedere con le pratiche di successione, vediamo a chi e quando presentare i documenti.

Le pratiche di successione devono essere presentate all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla morte del testamentario

Se, per qualsiasi ragione, la presentazione della dichiarazione viene ritardata, ci saranno delle sanzioni di cui tener conto.

L’importante è concludere il tutto prima di compiere qualsiasi atto che possa modificare il patrimonio ereditario. Come una vendita, ad esempio.

Che succede se non si fa la dichiarazione di successione?

Senza le pratiche di successione si potrebbero avere dei problemi significativi.

Gli eredi presenti nel testamento rischiano di non diventare i legittimi proprietari dell’eredità. Ciò significa che non potranno disporre liberamente del patrimonio.

Se l’eredità è composta da una casa, ad esempio, questa resterebbe “intestata” al defunto e non potrà essere né venduta, né affittata. 

Rinunciare all’eredità senza successione, si può?

Non è detto che bisogna per forza accettare l’eredità.

Può capitare, infatti, che i debiti del defunto siano superiori ai crediti. Di conseguenza l’erede potrebbe trovarsi in difficoltà e per questo può richiederne la rinuncia.

Una volta portata a termine la rinuncia all’eredità, che solitamente si chiude con un atto notarile o una dichiarazione formale, nessun creditore potrà avanzare pretese sui debiti del defunto. 

Chiariamo però, che non è possibile rinunciare all’eredità semplicemente cedendola, dietro pagamento, a un altro erede. E neppure può essere lasciata in modo tale da “favoreggiare” un erede piuttosto che l’altro. 

Infine, aggiungiamo che il diritto alla rinuncia viene meno nel caso in cui qualcuno degli eredi decida di tenere nascosto i beni stessi del patrimonio.

Come agire se gli eredi sono in disaccordo

Quando c’è di mezzo un’eredità e, soprattutto, molti eredi, non sempre le cose filano lisce. Potrebbero nascere delle tensioni e dei disaccordi sulla suddivisione dei beni.

Se i chiamati all’eredità proprio non riescono a trovare una soluzione in modo autonomo, non resta altro che affidarsi a una figura imparziale. Questa valuterà i ruoli degli eredi secondo la legge e deciderà a chi andrà l’eredità.

Il processo prevede degli incontri tra le parti presso un organismo riconosciuto dal Ministero della Giustizia, così da valutare attentamente le motivazioni di ciascuno.

Naturalmente, non accettare la mediazione risulterebbe un atteggiamento negativo agli occhi del giudice, che stabilirà una volta per tutte la suddivisione legittima del patrimonio.

Quanto costa fare la dichiarazione di successione?

Purtroppo, ricevere un’eredità è positivo fino a un certo punto. 

Oltre alla possibilità di ereditare anche i debiti del defunto, la dichiarazione di successione prevede delle tasse da pagare.

Il costo della successione viene calcolato in base ad alcuni parametri:

  • il valore totale del patrimonio;
  • il rapporto degli eredi con il defunto, ossia lo stato di coniuge, figli, eredi diretti, legatari, eredi con disabilità.

La tassa di successione viene applicata alla differenza tra l’attivo (crediti) e il passivo (debiti) del patrimonio del defunto:

  • attivo – passivo = imponibile su cui va applicata la tassa di successione

Il risultato è soggetto alle percentuali (aliquote) stabilite dalle legge, in base al valore dell’eredità e al grado di parentela:

  • 4% per il coniuge e i parenti in linea retta (figli, genitori, nipoti);
  • 6% per fratelli e sorelle;
  • 6% per tutti gli altri parenti;
  • 8% per tutte le altre persone menzionate nel testamento.

Quando non si paga l’imposta di successione

Poco fa abbiamo detto che il pagamento dell’imposta di successione subisce delle variazioni anche in base al rapporto tra defunto ed eredi.

Nello specifico, per i coniugi e i parenti in linea retta la legge prevede una franchigia di 1.000.000 euro per ciascun erede. Di conseguenza, entro questa somma non si deve pagare la tassa di successione.

Anche per i fratelli o sorelle è prevista una franchigia, pari a 100.000 euro ciascuno.

Mentre, se l’erede ha una disabilità grave, la legge prevede una franchigia di 1.500.000 euro.

Fare la pratica di successione online

La dichiarazione di successione può essere fatta online, accedendo ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.

L’area di riferimento è quella delle “successioni web”, a cui si accede tramite Spid o carta d’identità elettronica. 

Per facilitare questo genere di pratiche, lo stesso ente ha messo a disposizione dei cittadini un software da installare sul proprio dispositivo, dove compilare e inviare la dichiarazione.

Se non siete molto avvezzi alla tecnologia, non c’è problema. È possibile procedere con le pratiche di successione anche presso CAF e uffici abilitati.

Sbriga le pratiche in modo facile e sicuro con Italia Civile

Il lutto è sempre un momento carico di emozioni contrastanti.

Oltre a fare i conti con il dolore, spesso i parenti devono gestire stress e incombenze burocratiche. Tutto in un lasso di tempo molto stretto.

Italia Civile comprende benissimo le esigenze dei suoi clienti.

Se hai bisogno di un aiuto concreto per sbrigare le pratiche di successione, puoi affidarti a noi. Mettiamo a disposizione delle famiglie un servizio di consulenza con un’esperta  in materia, che ti seguirà dall’inizio alla fine.

Il servizio ha un costo che varia dai 250 euro fino a un massimo di 600 euro, qualunque sia l’importo dell’eredità. 

Contattaci senza impegno per chiedere maggiori informazioni.

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Riguardo a Italia Civile

Italia Civile è il primo centro di assistenza domiciliare che segue la dichiarazione dei diritti dell’uomo. 

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